Odissea di pendolari. Tra tassisti abusivi, passaggi in macchina e mobilità familiare.
In questa uscita, Enrico Nocera ci racconta come per i pendolari che si muovono tra Napoli e Provincia muoversi sia una epopea.
Testo e foto di Enrico Nocera
La stazione centrale di Napoli è la più grande del Sud Italia. Da queste parti passano circa 50 milioni di persone ogni anno, secondo i dati forniti da Grandi Stazioni. In molti salgono e scendono dai treni alta velocità che percorrono il Paese. Tanti altri passano da qui per raggiungere i treni regionali che conducono nella popolatissima area metropolitana della città. Parliamo, secondo l’Istat, di oltre 3 milioni di persone che vivono in una delle zone più densamente abitate d’Europa. Centri come Frattamaggiore, Sant’Antimo e Marano di Napoli, giusto per limitarci alla periferia Nord del capoluogo, si presentano con una densità abitativa che va ben oltre i 5mila abitanti per chilometro quadrato; il paese di Melito, ai confini di Napoli, raggiunge addirittura i 9mila abitanti per chilometro quadrato. Tutta gente che, nella maggior parte dei casi, per spostarsi sulle grandi distanze ha una sola alternativa: l’automobile.
Per essere più chiari: finché bisogna spostarsi dalla provincia fino a Napoli e viceversa, se si ha la fortuna di abitare in una zona vicina alle stazioni ferroviarie, il problema è parecchio mitigato. Se, però, si risiede in una delle tantissime zone non servite dal trasporto su ferro, la situazione diventa enormemente più complicata. Avere buone gambe non basta: per attraversare chilometri di asfalto dove il trasporto pubblico somiglia al più classico dei miraggi nel deserto, bisogna per forza disporre di un mezzo proprio. E chi non ce l’ha? Ipotesi non infrequente. Vale la pena ricordare che ci troviamo, secondo i dati elaborati da Unioncamere, in una delle province più povere d’Italia, con appena 14.333 euro di reddito pro capite annuale in media (per dare un’idea: la provincia di Milano supera di gran lunga i 32mila euro). Per non parlare del fatto che, a Napoli e provincia, l’assicurazione auto è la più alta d’Italia con una media annua di 1.335 euro per veicolo secondo i dati forniti dal gruppo Telepass. È per questo che molti si organizzano “in proprio” o affidandosi a un trasporto pubblico “informale”. Cioè: quello dei tassisti abusivi.
Doverosa premessa: i taxi autorizzati che circolano in città molto raramente raggiungono questa sorta di megalopoli metropolitana (se non a prezzi elevatissimi). Gli autobus, dopo il fallimento della società che gestiva il trasporto su gomma (la Ctp) nel 2022, sono diventati merce rara. E così in tanti ricorrono a soluzioni alternative. Qualcuno ne ha fatto addirittura un mestiere. È il caso di Peppe. Capelli brizzolati, sulla cinquantina, di fatto un tassista abusivo. Ma guai a chiamarlo così. «Io metto semplicemente a disposizione il mio furgone per chi ha necessità», spiega serafico mentre sorseggia un caffè al bar di un distributore di benzina sulla via Appia: un enorme stradone che congiunge l’hinterland di Napoli a quello di Caserta. Dove il traffico è soffocante a tutte le ore del giorno. Peppe abita a Melito, non lontano da qui. Da queste parti, nel 2000, erano iniziati i lavori di una stazione della metropolitana che doveva collegare il paese alla Linea 1 di Napoli. Quel cantiere, dal momento della sua nascita, è rimasto tale. Si parla, ora, di una possibile apertura nel 2026. Per ora, chi ha bisogno di spostarsi e ne ha possibilità, prende il proprio veicolo. Fra chi non può, c’è chi chiama Peppe. Quello che lui chiama furgone è un van abbastanza datato da nove posti. Ci lavora quasi tutti i giorni, «poi chiaramente dipende dal periodo. Quello di Natale, per esempio, è buono per portare la gente nei negozi e nei centri commerciali».
Peppe è sul mercato da circa vent’anni. Prima bisognava chiamarlo, oggi organizza gli spostamenti grazie a un gruppo whatsapp. «Qui dentro ci tengo i clienti fissi, diciamo una cinquantina in tutto. Poi chiaramente sono loro a indicarmi un amico o un parente che, di volta in volta, ha bisogno di un passaggio una volta ogni tanto». Ma come è organizzato il servizio? Partiamo dai costi: «Con 15 euro ti vengo a prendere a casa e ti porto all’aeroporto o alla stazione di Napoli. Se mi chiedi un passaggio dopo le otto di sera la tariffa sale a 20 euro. Lo stesso vale per i giorni festivi». Esiste un punto di raccolta o i clienti li vai a prendere a casa? «Li passo a prendere a casa, altrimenti tanto varrebbe per loro organizzarsi diversamente. Chiaramente, se mi chiedi un passaggio da un paese assai lontano e devo venirti a prendere, ti faccio un ricarico di una decina di euro. In generale, comunque, copro un raggio che non va oltre una ventina di chilometri da Melito». Per quanto concerne la “clientela tipo”, «sono per lo più donne e anziani. Ma anche ragazzi che non hanno ancora la patente, oppure ce l’hanno ma non possono permettersi una macchina o un motorino. Le tratte più battute, come ti dicevo, sono quelle per la stazione o in generale per Napoli. Ma c’è anche chi deve spostarsi da paese a paese e non ha alternativa che chiamare me. In quest’ultimo caso prendo in genere sui 10 euro. Che chiaramente diventano 20 se hai bisogno sia dell’andata che del ritorno. Ah, chiaramente i prezzi si intendono per persona. Posso fare a volte sconti comitiva, ma proprio se siete tipo in otto e mi riempite il furgone».
Per quanto concerne gli orari, «semplicemente non ne ho. Mi capita di andare a prendere gente alle 5 di mattina che magari ha il treno alle 6. Oppure il sabato sera: eh, là pure sono bei soldi». Peppe, difatti, offre anche quello che si potrebbe definire un “servizio movida”. Dalle case dei ragazzi fino a quelli che sono i centri di ritrovo dell’hinterland, come Frattamaggiore o Aversa. «Capita pure di dover fare decine di viaggi, in genere dalle 9 di sera fino a mezzanotte. Sempre a 10 euro a testa. Per il ritorno, se mi chiami dopo le 3 di notte prendo 20 euro». È mai capitato che venissi fermato per un controllo? «Sì, qualche volta. Nemmeno tantissime, in realtà. Che è successo? Niente, cosa vuoi che succedesse? Io ho tutto in regola: patente, revisione, assicurazione. Tutto. Questo, d’altra parte, è il mezzo che uso per lavorare. Se mi capita poi di essere fermato con qualche persona a bordo, chi può mai dirmi niente? Sto accompagnando un amico alla stazione. Mica è un reato». Peppe appare piuttosto sicuro di sé mentre evidenzia come, in effetti, il controllo su questo tipo di attività da parte delle forze dell’ordine sia piuttosto complicato.
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Anche Angelo (nome di fantasia, ndr), oggi fa il tassista abusivo. Prima era un prete della provincia di Napoli in una parrocchia di fedeli a lui molto vicini. “La chiesa non accetta chi è omosessuale. Ho studiato solo teologia e non avevo molte scelte in termini di lavoro. Fare il tassista abusivo è stata la scelta più facile”. Lui lavora per un’organizzazione di “passaggi a pagamento”, che fa da centralino.
D’altronde, il numero di taxi abusivi che circolano tra Napoli e provincia è tutt’oggi oggetto misterioso. La prefettura stima che siano almeno duecento i veicoli che offrono un servizio di trasporto senza alcun tipo di autorizzazione. Si tratta appunto, però, di stime. Di un fenomeno che negli ultimi anni, con una crisi sempre più acuta del trasporto pubblico, sembra crescere senza sosta.
Dal centro di Melito al corso di Secondigliano non passano molti chilometri. Questo enorme quartiere di Napoli (più di 46mila abitanti), che è un po’ la cerniera tra Napoli e la sua provincia, era una volta servito dalla defunta CTP: il Consorzio Trasporto Provinciale che, come detto, gestiva il trasporto pubblico su gomma. Da queste parti, fino a metà anni duemila, circolavano almeno dieci linee di autobus diverse che, da Napoli, portavano in varie zone dell’hinterland. Poi arriva il disastro: CTP è divorata dai debiti nei confronti dei fornitori. Nel febbraio 2022 il tribunale di Napoli dichiara lo stato di insolvenza della società, nominando un commissario giudiziale. Il quale, in una relazione firmata nel marzo dello stesso anno, è particolarmente netto: «Non vi è alcun margine di salvataggio che possa giustificare l’amministrazione straordinaria». Tradotto: si dichiara fallimento; la Città Metropolitana (nel frattempo subentrata alla Provincia) revoca le concessioni e i contratti di servizio; la flotta di bus viene meno e letteralmente svenduta. Risultato: migliaia di persone rimangono a piedi. A Secondigliano il problema è particolarmente sentito dato che «qui non ci sono stazioni della metropolitana e distiamo dal centro almeno una decina di chilometri». A parlare è Roberta. Una ragazza di 23 anni che abita nel centro storico di Secondigliano e che studia ingegneria civile nel quartiere Fuorigrotta. Tredici chilometri in tutto e «quasi due ore per coprirli, in media, se decido di farlo con l’autobus. Da queste parti passa il 180, che in teoria dovrebbe farlo circa ogni ora. In pratica ci sono molti orari morti: se, ad esempio, devo essere all’università a metà mattinata, conviene comunque prendere quello che parte alle 8. Altrimenti c’è il rischio di dover aspettare anche altre due ore alla fermata». Tralasciando il prevedibile affollamento, esiste un problema di tempistiche. Per cui «spesso mi tocca organizzarmi in proprio. Di mattina, in genere, riesco a farmi dare un passaggio da mio padre alla stazione centrale. Da cui prendo poi la metro per Fuorigrotta. Al ritorno, però, non si scappa: mi tocca l’autobus o, in alternativa, un giro infinito». Il percorso alternativo è, infatti, piuttosto capzioso: «Dall’università arrivo alla Linea 2 della metro in Piazzale Tecchio e scendo in stazione centrale. Dopodiché cambio con la Linea 1, la percorro tutta fino al capolinea opposto di Piscinola, scendo e vado a casa del mio ragazzo che abita da quelle parti. Infine, è lui ad accompagnarmi a casa». Anche in tal caso ragioniamo in termini di ore. E, anche in tal caso, c’è comunque una componente di mobilità privata che subentra. In mancanza della quale, le cose si fanno ancora più difficili. Roberta usufruisce di una “mobilità familiare” che, ad ogni modo, deve comunque fare i conti con orari ed esigenze di ognuno: «Se mio padre va a lavorare di mattino presto non è che può accompagnarmi alle 10, se le lezioni iniziano a quell’ora. Per cui a volte capita di dover comunque scendere di casa molto prima». Di organizzare “carovane” con amici e colleghi non se ne parla «perché abitano tutti in zone molto distanti dalla mia. Altre soluzioni sarebbero comunque troppo costose, soprattutto nei periodi dei corsi in cui bisogna andare a seguire praticamente ogni giorno». Senza considerare il tema sicurezza: «Non è che mi faccio dare un passaggio da uno sconosciuto così, a cuor leggero».
Altro giro, altra corsa, altro punto di vista. Stavolta di chi di “carovane” ne ha organizzate parecchie. Ezio ha 30 anni, anche lui deve raggiungere Fuorigrotta ogni mattina. Stavolta per lavoro e non per ragioni universitarie. I problemi, però, sono gli stessi. Anzi: per certi versi peggiori. Dato che abita in una sorta di “non-luogo”: uno stradone enorme che congiunge Casandrino ad Arzano, dove la stazione più vicina dista almeno cinque chilometri. Ezio, però, a differenza di Roberta, possiede un’auto. «Ogni mattina, prima di prendere la tangenziale, faccio dalle due alle tre tappe intermedie. Vado a prendere alcuni colleghi che abitano qui nei pressi e poi si va». “Qui nei pressi” può significare anche spendere quella mezz’ora in più che di mattina, in pieno orario di punta, può essere fatale in termini di traffico. Ma ad Ezio la cosa non sembra pesare: «Francamente no, qui ci si dà una mano a vicenda. D’altra parte, sono abituato anche in famiglia». Sorride. «Mia madre fa la dirigente scolastica in una scuola del litorale laziale. Ogni lunedì, di mattina presto, la accompagno alla stazione di Sant’Antimo. Viceversa, ogni venerdì pomeriggio, vado a prenderla quando torna. Ovviamente capita che, a volte, io non riesca. In tal caso chiedo un favore a un amico. Te l’ho detto: qui ci si aiuta l’uno con l’altro». Ezio è una sorta di tassista volontario. Un lavoro “normale” ce l’ha. «Per quello che faccio, chiaramente, non chiedo un centesimo. Si tratta solo di organizzarsi tra amici, colleghi o parenti. Tutto qui. Guarda che in qualche modo ci siamo abituati: so che può essere difficile da credere, ma abitando da queste parti, a un certo punto, ti sembrano normali alcune situazioni che ad altri possono apparire assurde. Io, ad esempio, ho messo in conto che la mia giornata possa essere in parte occupata dal distribuire passaggi». E se dovessi avere un inconveniente alla macchina? «È capitato. A chi non succede? In quei casi sono io a dover chiedere un passaggio, e non sempre è facile trovarlo. Anche perché in tanti, semplicemente, non hanno una macchina propria. Altrimenti io non mi ritroverei a fare avanti e indietro come un corriere. In questo caso ho una sola alternativa: tartassare il meccanico e pregarlo di risolvere il problema nel più breve tempo possibile. Non esagero: qui se non hai un mezzo tuo sei isolato dal mondo». Ezio passeggia lungo il vialone, ogni tanto si guarda intorno: «Abito qui da quando sono nato. Credimi: non ho mai visto passare un autobus. Qualche fermata c’è pure, ma sono abbandonate da anni. Tipo quella lì». Ne indica una che sta proprio sotto casa sua. La pensilina non c’è più. Solo una sorta di panchina ricavata da un muretto. Una sorta di de profundis della mobilità pubblica in provincia di Napoli.
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Enrico Nocera Giornalista, autore televisivo, videomaker. Racconta storie per chi ha pazienza di ascoltarle, guardarle e soprattutto leggerle. Ha lavorato per network nazionali e internazionali, cercando sempre di non nascondere il suo punto di vista sulle cose. Nel tempo libero fa il sommelier.
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Luminist Café & Bistrot porta il cibo orientale a Napoli con una serata Ramen e champagne il 28 novembre 2024.
Un appuntamento con la poesia venerdì 29 Novembre 2024 presso Slash Plus Vomero, ore 18:00. Si presenta il libro Il mondo intatto di Laura Recanati (Mar dei Sargassi edizioni).
Da mercoledì 27 novembre a domenica 1 dicembre torna Chocoland, la festa del cioccolato, in Piazza Municipio, Napoli.
Mercoledì 27 novembre alle 18:00 si parlerà di k-pop e k-drama alla libreria Tamu, via Santa Chiara 10, Napoli
Giovedì 28 novembre, dalle 20:00 al Teatro Nuovo anteprima del film Alan - Il racconto di un ignorante, ci saranno anche interventi musicali per ricordare Alan Wurzburger.
Sempre giovedì 28 Novembre, da Casa Morra, l’ultimo evento annuale di AKHET Edizioni con la musica sperimentale di Rabit, Tati au Miel, ed EKS.
Dal 28 al 30 novembre Napoli World meet-up e showcase festival, con tanta musica e incontri tra Auditorium900 e Teatro Nuovo.
Se vi trovate nel centro storico di Napoli Venerdì 29, alla Ubik di Napoli si riunirà il gruppo di lettura per parlare di Rituali di Cees Nooteboom, mentre alla libreria Wojtek di Pomigliano d’Arco, Carmen Gallo presenterà il suo nuovo libro Tecniche di nascondimento per adulti.
Sempre venerdì 29 Novembre nel Cortile Aperto di Palazzo Diomede Carafa: dalle 17:00 alle 21:00 sarà possibile visitare gli studi degli artisti, artigiani e designer che animano il cortile del suggestivo palazzo.
Ancora venerdì 29 novembre, rock’n’roll con The Devils al Punk Tank, piazza Dante 40, o prog-rock con The Winstons al Sound Music Club di Frattamaggiore alle ore 19:00.
Alla Sala Assoli, il 30 novembre e 1 dicembre, ci saranno due serate dedicate alla Palestina, tra poesia e musica, cinema e cucina.
Al Teatrino di Palazzo Donn’Anna - Fondazione De Felice, Sabato 30 novembre alle 11:00 Paolo Cresta dialogherà con Diego Nuzzo per la presentazione di Bellissima ossessione - Venticinque passeggiate (più una) tra cinema e musica
Sabato 30 novembre, lo sduge-doom dei Naga al Mamamu, alle 21:30 o per orecchie più delicate Elias Rønnenfelt all’Auditorium900, ore 21:30.
Concerto teatrale “Grand tour a Napoli” presso la Sagrestia della Chiesa di San Severo a Pendino, dal 26 al 30 novembre 2024 dalle 19:30. Ingresso gratuito fino a esaurimento posti.
Una giornata di formazione, rete, parola e ascolto organizzata da Esageratɜ, a Foqus, Via Portacarrese a Montecalvario 69, sabato 30 Novembre dalle 10:00 alle 18:00.
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