Cosa sta succedendo nei Campi Flegrei
Il 26 giugno si sono svolte a Pozzuoli, Napoli e Bacoli le prove di evacuazione per il bradisismo ma sono state un flop. Nel frattempo il Governo emana un decreto e promette un commissario.
Di Enrico Nocera
Le foto sono di Claudio Morelli, dal progetto Supervulcano
Una distesa di sedie in plastica disposte su tre file. Il tendone allestito dalla protezione civile protegge dalla calura di un mercoledì di fine giugno. Alle spalle, la pacata bellezza del Golfo di Pozzuoli, stretto fra la penisola di Miseno e l’isolotto di Nisida, rende questo scenario di solitudine ancora più surreale. Sì, perché quelle sedie rimarranno pressoché tutte vuote. Siamo nel punto di raccolta di via Napoli, sul lungomare di Pozzuoli, cuore dei Campi Flegrei. La protezione civile nazionale, in accordo con i Comuni, organizza le prove generali di evacuazione in caso di terremoto o eruzione dovuti alla crisi bradisismica che ormai da oltre un anno interessa tutta quest’ampia area vulcanica. Due le tappe previste: la prima, appunto, presso i punti di raccolta (a Pozzuoli ne vengono allestiti due); la seconda in un palazzetto dello sport poco distante, dove i cittadini vengono trasportati, censiti e infine indirizzati presso le regioni assegnate. Il decreto-bis sui Campi Flegrei, approvato dal governo lo scorso 24 giugno, prevede infatti che gli abitanti evacuati – qualora non disponessero di sistemazioni alternative al di fuori della zona rossa – vengano “smistati” in diverse regioni italiane a seconda del comune di provenienza.
Quelle di mercoledì 26 giugno dovevano essere le prove generali di evacuazione subito dopo l’approvazione del decreto. Lo sono state, ma per pochi intimi. Alle 10 del mattino, orario previsto per il raduno, erano presenti due persone e una quarantina di giornalisti. Una donna e un uomo di mezza età si accomodano, spaesati, sotto al tendone. Incerti se salutare e andar via o restare per vedere come sarebbe andata a finire. Alla fine, sceglieranno la seconda strada: «Dove sono i nostri concittadini?» si domanda la signora, riparandosi lo sguardo con un paio di occhiali da sole. «Un po’ di strafottenza c’è, senza dubbio». «Però anche la comunicazione non è stata efficace» ribatte l’amico, un distinto signore in completo azzurro, seduto accanto a lei. «Io non sapevo nulla di questa esercitazione. La comunicazione è giunta via telefono fisso. E chi, come me, il telefono fisso non ce l’ha?».
Testimonianze dei partecipanti alle prove di evacuazione
Il numero dei partecipanti, nel giro di un quarto d’ora, raddoppia: da due si passa a quattro. I volontari della protezione civile osservano la scena: chi a braccia conserte, chi con le mani incrociate dietro la schiena. Qualcuno gira in tondo e scuote la testa come nella più classica delle espressioni di disapprovazione. Il delegato alla raccolta firme dei partecipanti, seduto dietro un piccolo tavolino, si adagia contro lo schienale della sedia e attende che un collega porti i caffè. Sulla piattaforma predisposta dal Comune di Pozzuoli per l’adesione alle esercitazioni si erano prenotati in 300. Alla fine, fra i presenti su via Napoli, si conteranno 9 abitanti. Altri 21 raggiungeranno l’altro hub di Largo del Ricordo. In tutto: 30 persone su una popolazione residente di 81.528 abitanti. Il sindaco, Luigi Manzoni, arriva sul lungomare intorno alle 10:30, quando ormai la portata del flop era evidente a chiunque. «Io non mi sento di condannare nessuno che non sia venuto» dice, assediato dai giornalisti «la comunicazione ai cittadini su questa simulazione è stata fatta, ora penso che bisogni capire effettivamente i motivi di questa scarsa partecipazione».
Il sindaco di Pozzuoli, Luigi Manzoni parla ai giornalisti durante le prove di evacuazione
In un centro abitato che conta, tutt’oggi, 944 sfollati a causa della violenta scossa di magnitudo 4.4 dello scorso 20 maggio, bisogna anzitutto capire se si sia trattato di diffidenza o indifferenza, senza sottovalutare il tema della comunicazione. Manzoni conferma che le telefonate di preavviso sono giunte sui numeri di telefonia fissa registrati negli elenchi del Comune. Nell’era della pervasività da smartphone e degli IT-Alert, nessun messaggio sembra aver coinvolto i cellulari. «La prossima volta passeremo per le strade col megafono» risponde piccato il sindaco a coloro che protestano battendo su questo punto. Stando alle (sparute) voci dei presenti, la diffidenza sembra prevalere sull’indifferenza. In pochi, nei Campi Flegrei, sembrano confidare nell’efficacia di qualsiasi piano di evacuazione, in una zona così densamente popolata, dalle scarse infrastrutture per la mobilità e caratterizzata da una morfologia che non favorisce di certo gli spostamenti. Basti pensare che nella vicina Bacoli, per sua conformazione, esiste una sola strada che collega all’entroterra le frazioni che si trovano a ridosso del mare.
Una cittadina di Pozzuoli durante le prove di evacuazione
Col decreto-bis Campi Flegrei, presentato dal ministro Musumeci e firmato dal ministro alle infrastrutture e trasporti Matteo Salvini, il governo ha stanziato 442 milioni per gli interventi sul territorio che riguardano, fra le altre cose, anche la realizzazione di nuove vie di fuga. Cifre che, secondo il sindaco Manzoni, sono però solo fumo negli occhi in quanto «200 milioni derivano dai Fondi di Sviluppo e Coesione che già spettavano alla Regione Campania». In pratica, secondo il primo cittadino «si stanziano risorse sottraendole da fondi già destinati ai nostri territori». Al di là delle polemiche politiche, in molti lamentano il fatto che gli interventi di adeguamento infrastrutturale vadano a rilento. Negli ultimi anni, uno solo è stato l’intervento portato a termine degno di nota: un tunnel che dal porto di Pozzuoli conduce direttamente alla tangenziale. Una lunga attesa durata 7 anni: tanto è trascorso dal collaudo all’effettiva inaugurazione, avvenuta nel gennaio 2024. Ora, con la firma del decreto, si attendono ulteriori interventi sugli assi viari nel corso dei prossimi tre anni. Lavori che verranno seguiti da un commissario nominato ad hoc, così come gli interventi di ristrutturazione e adeguamento sismico per quegli edifici resi inagibili dal sisma del 20 maggio. Lavori sull’edilizia privata per i quali il governo ha stanziato circa 20 milioni di euro. Saranno escluse, tiene a precisare il ministro Musumeci, le seconde case e quelle abitazioni che risultano abusive: circa il 20 percento su un totale di 16mila edifici secondo i dati forniti dalla Protezione Civile. I cittadini dei Campi Flegrei, con in testa i sindaci Luigi Manzoni e Josi Della Ragione (primo cittadino di Bacoli) si sono spesso ribellati alla narrazione che li dipinge come una terra di “abusivisti” cronici. Lo stesso ministro Musumeci ha usato toni molto diretti parlando di «gravissime responsabilità» che «coinvolgono tutti gli enti, dalla Regione ai comuni interessati. «Negli anni» continua il ministro «è stato autorizzato uno sviluppo urbanistico irragionevole, caotico e disordinato. Non si è mai tenuto conto degli incombenti pericoli in quell'area». Un ulteriore elemento di tensione che, in questa fase dell’emergenza bradisismica, ha contribuito ad allentare ulteriormente il già precario patto di fiducia tra le istituzioni e i cittadini dei Campi Flegrei.
Segui Poster anche su Instagram
I Campi Flegrei sono una caldera vulcanica tra le più pericolose al mondo. Nel corso dei millenni hanno prodotto euruzioni di portata tale da influenzare il clima del pianeta: tra queste l’eruzione dell’Ignimbrite Campana (40mila anni fa) e del Tufo Giallo napoletano (15mila anni fa). L’ultima eruzione (Monte Nuovo) è del 1538. Negli anni ‘70 e ‘80 due importanti crisi bradisismichehanno portato all’evacuazioni di ampie aree della città di Pozzuoli. Il bradisismo è un fenomeno tipico della caldera che consiste nel lento innalzamento o abbassamento del suolo; il bradisismo positivo (innalzamento) genera terremoti. Oggi il centro storico è stato quasi totalmente ripopolato. Tra l’autunno del 2023 e la primavera del 2024 si è assistito a numerose scosse di terremoto che hanno inaugurato una nuova crisi bradisismica e provocato alcuni sfollamenti di abitazioni ritenute a rischio. La zona rossa dei Campi Flegrei è quella che si considera a rischio di colate piroclastiche, nubi ardenti che, in caso di eruzione, spazzano via ogni forma di vita. La zona rossa si estende sui comuni della zona flegrea e su parte del comune di Napoli. Attualmente i Campi Flegrei sono considerati in “livello di rischio giallo” (attenzione) su una scala di livelli di allerta che sono verde, giallo, arancione e rosso. In caso di pericolo imminente (livello rosso) le aree interessate devono essere totalmente evacuate nel giro di 48h.
Il prof. Giuseppe Luongo - direttore dell’Osservatorio Vesuviano durante il periodo del bradisismo degli anni ‘83 e ‘84 - commenta le scelte politiche che hanno portato al completo ripopolamento di Pozzuoli dopo le evacuazioni che furono compiute in quegli anni.
Il video è parte del reportage di Patrick Tombola e Claudio Morelli sui Campi Flegrei girato nell’autunno del 2023