Come parliamo di salute
Stai per leggere Fare Cura, il nostro spazio bisettimanale per rispondere al desiderio di stare nel nostro tempo, mettendo nei nostri corpi ciò che pensiamo, speriamo e in cui crediamo.
di Valentina Barletta
Le illustrazioni sono di Angela Zurlo
La biografia di Valentina è alla fine di questo testo, insieme ai riferimenti bibliografici e ad alcuni consigli. Fare Cura è un progetto di Poster. Se non lo hai ancora fatto ti consigliamo di iscriverti a questa e le altre nostre newsletter che ti interessano.
Dai collettivi ai social
Nel 1971 veniva pubblicata la prima edizione di Our bodies, Ourselves, manuale “scritto dalle donne per le donne” tradotto in versione italiana nel 1974, nato dall'esperienza di un collettivo di donne il Boston Women's Collective che si impegnava nella divulgazione del sapere medico a sostegno dell’autodeterminazione delle donne. In 50 anni è diventato un manuale fondamentale per il femminismo, un atto politico di resistenza ad un sistema patriarcale, tra la medicina e la consapevolezza del nostro corpo.
Oggi si assiste ad uno spostamento della socialità e delle esperienze di scambio, in luoghi virtuali. Se in tempi pandemici era una via di salvezza per sentirci vicini, oggi questi spazi rischiano di surrogare il contatto al solo fine di aumentare la velocità, la raggiungibilità, la fruibilità delle occasioni di incontro; siamo a casa e siamo ovunque, ma siamo anche al riparo dall'impatto che i corpi hanno reciprocamente gli uni sugli altri, la famosa chimica.
Modello ostrica
Un po' di tempo fa ho letto un pezzo sul quotidiano Domani a firma di Letizia Pezzali, scrittrice, che prendeva in prestito l'immagine dell'ostrica per raccontare un modello di mercato; l'ostrica ingloba e trasforma in perla il granello di sabbia, sconosciuto e forse disturbante e coì i profili social pur apparentemente estranei alla piattaforma vengono trasformati in prodotto. Pensiamo ai contenuti da influencer in contrapposizione a quelli da attivista - scrive Pezzali - pur immaginando intenti e narrazioni differenti: entrambi sui social finiranno per misurare il loro successo con lo stesso strumento, cioè le visualizzazioni. Aggiungerei che spesso le due figure si sovrappongono e si prestano al servizio l'una dell'altra, senza un confine di demarcazione netto; la meta è aumentare le visualizzazioni, che sia per scopi egoici o per il bene comune. McLuhan, sociologo canadese, sosteneva che «il medium è il messaggio», allora mi sono interrogata sull’uso dei social in ambito divulgativo o semplicemente narrativo in tema salute.
Le parole sono importanti
Nel nostro vocabolario comune onlife (che scopro essere un neologismo usato per descrivere la nostra vita reale, ma alle prese con una iper-connessione), sono comparse parole rubate al lessico della medicina; utilizziamo impropriamente una terminologia tecnica, in circostanze che hanno a che vedere con la vita quotidiana e non con vere diagnosi. Se siamo tristi diciamo che siamo depressi, se abbiamo un umore variabile ci diciamo che siamo bipolari. Di questo ha parlato Jessica Mariana Masucci nel suo podcast, Stati di Salute, nella puntata dal titolo “come parliamo di salute mentale”. Abusiamo o quanto meno utilizziamo a sproposito una terminologia clinica, finendo per stigmatizzare la malattia stessa, le patologie psichiatriche ma non solo. Rendiamo patologico quello che non lo è, la cellulite per esempio; utilizziamo in modo offensivo termini che invece corrispondono a vere malattie: il ritardo mentale, l'obesità. D’altra parte, anche nella terminologia medica esiste una forma di violenza ancora in uso, di origine patriarcale; ad esempio, isterica o nullipare attempate. Forse la parola che statisticamente utilizziamo di più, in maniera impropria, è pazzia.
Dopamine addicted
La dopamina è un neurotrasmettitore prodotto dal nostro corpo, fondamentale per il funzionamento dei circuiti neuronali e coinvolto nei meccanismi di piacere e ricompensa; sembra svolgere un ruolo chiave nelle dipendenze. È improprio parlare di dipendenza da dopamina, ma è vero che la velocità con la quale siamo inondati di informazioni ci ha abituati ad una sovra-eccitazione e quindi ad una richiesta sempre maggiore di stimolazioni. Dalla Silicon Valley arriva da alcuni anni la moda (tutta da verificare sotto il profilo scientifico) secondo la quale sarebbe salutare fare un digiuno da dopamina, che vorrebbe dire astenersi dal divertimento, o per meglio dire uscire dagli schemi stereotipati del divertimento, spegnere le connessioni, passare del tempo in natura, rallentare, annoiarsi.
Autobiografia e Memoir 2.0
In un contesto di sfiducia nella scienza e di progressiva perdita di democrazia nella sanità ci affidiamo spesso al parere della persona (o del personaggio) che ci ispira più simpatia, ai sedicenti guru con le risposte e le ricette giuste, che non necessariamente in cattiva fede ci affidano a strategie di mercato. Penso per esempio alle notizie recenti di rapper che consigliano screening costosi e inaccessibili alla maggior parte dei loro fan.
Sembra funzionare, non solo tra i più giovani, raccontare sé stessi attraverso la narrazione della malattia. Penso che in qualche modo sia provocatorio perché porta alla luce quello di cui normalmente ci si vergogna, e resta comunque un modo per affrontare e condividere il proprio sentire. Eppure, quando Walter Siti scrive nel suo ultimo libro: «le storie sui social non raccontano, ma pubblicizzano, gli algoritmi dell'intelligenza artificiale possono conservare tutte le tracce che di noi lasciamo in rete ma non le selezionano, sanno anche il nostro dimenticato ma non il nostro inconscio, l'archivio non diventerà mai autobiografia, guai che la galleria delle nostre immagini su Instagram sia il nostro romanzo» non posso che condividere.
Soluzioni semplici per problemi complessi
Nel mondo virtuale fioriscono app per intraprendere diverse vie del benessere, tutte con un irresistibile obiettivo raggiungibile in soli 28 giorni, per non far demordere neanche i meno motivati: yoga somatico per superare il trauma e finalmente dimagrire; pilates alla parete per diventare tonici senza fatica; per il disturbo di attenzione (ADHD) e la disintossicazione da dopamina troverai facili routine di meditazione.
Il modello ostrica rappresenta un modello predatorio nel quale il sistema (mondo e quindi social) si autoalimenta in un circolo vizioso infinito; in effetti a me viene in mente Pacman che mangia tutto quello che incontra, ma deve essere il retaggio degli anni 90. Il canone di benessere, come quello di bellezza, ci impegna e ci consuma, ci fa sentire inadeguati e marginalizzati. Abbiamo completamente abdicato all'ascolto dei nostri corpi e dei nostri desideri, ci accontentiamo di abbracciare quelli tutti uguali proposti dagli altri, questa rappresentazione della realtà fisica ed emotiva piatta e uniformata, del successo sociale e lavorativo, come se fosse la via unica per la felicità. Dovremmo rivedere la nostra ambizione alla normalità, tanto come diceva Franco Basaglia: «da vicino nessuno è normale».
Valentina Barletta è anche su Instagram
Sono un medico, mi sono specializzata in fisiatria a Napoli, dove sono cresciuta negli anni novanta. Da sempre studio e metto in pratica le discipline orientali di cura, lo shiatsu, le ginnastiche mediche cinesi e l'agopuntura. Con la mia amica-sorella Laura abbiamo fondato Chef Gomasio, cominciando a cucinare nelle case dei napoletani, per qualche ristorante, ai concerti, agli eventi e nelle occasioni speciali. Poi abbiamo aperto un piccolo locale a Milano, nel frattempo ho lavorato come insegnante di cucina per Slow Food, e per l'Alleanza dei Cuochi.
Negli ultimi anni ho focalizzato la mia attenzione sulle “pratiche somatiche” partecipando a gruppi di ricerca e laboratori su ascolto e movimento in natura, a pratiche di yoga e meditazione. Nel mio lavoro quotidiano, in un reparto di neuro-riabilitazione, cerco di portare questo studio e queste esperienze.
Fare cura nasce dal bisogno di sentirmi a casa e di raccontare questo spazio ritrovato; esplorare insieme le pratiche di salute e di cura, come azione politica per vivere e condividere le nostre esperienze, i nostri amori, le nostre famiglie. Questo è uno spazio di riflessione e di spunti pratici, consigli di lettura, esplorazioni e pratiche quotidiane per prenderci cura di noi stessi e della collettività.
Libri, podcast e testi citati
Noi e il nostro corpo scritto dalle donne per le donne. The Boston women's health book collective. Edito Feltrinelli, 1974.
C'era una volta il corpo, Walter Siti, Feltrinelli, 2024
L'articolo di Letizia Pezzali lo trovare sul numero del Domani del 9 giugno 2024, puoi leggerlo qui online.
Il digiuno dalla dopamina è una moda ma potrebbe funzionare a questo link vi porta all'articolo su Internazionale di Oliver Burkeman, The Guardian, Regno Unito
Il podcast Stati di Salute di Jessica Mariana Masucci, lo trovare su Spotify; la puntata di cui parlo la trovate qui
Spazi di cura e ricerca:
ROMA
Continuano gli appuntamenti con Valentina Cozzolino con il laboratorio Esploriamo il Movimento, uno spazio dove sperimentare le possibilità del nostro corpo. Le date a cui partecipare a questo laboratorio: domenica 17 Novembre, sabato 30 Novembre, domenica 15 Dicembre. Il laboratorio si terrà da Mandala Soriano ASD, via Albalonga 8, Roma.
Per maggiori informazioni e prenotare il laboratorio, chiamare: +39 347 5247277
valentina.cozzolino@gmail.com - www.mandalasoriano.it
REGGIO EMILIA
Cinzia Delorenzi, propone il seminario Corpo Mondo seminario di ricerca su movimento, creazione e cura attraverso la pratica somatica. Sabato 9 Novembre e domenica 10 Novembre, in cui sarete ospiti da Spazio B, Viale dei Mille 28/E Reggio Emilia.
Per prenotare e avere informazioni sul seminario: info.neonaps@gmail.com
MILANO
Sabato 30 Novembre e domenica 1 Dicembre, da LachesiLab in via Porpora 43/47 Milano, potete prendere parte ad un laboratorio di cura attraverso la pratica somatica: Corpo Mondo a cura di Cinzia Delorenzi, per partecipare o avere informazioni, scrivere a info@teatrodellemoire.it
Per scoprire il metodo yoga sensibile Sono attento: sento, con Carla Baruchello, puoi partecipare a due incontri a Milano: domenica 10 Novembre dalle 10:00 alle 13:00 presso Spazio Pasi Via Varese 12A.
Per informazioni yogasensibile@gmail.com chiamare +39 3480463687 oppure +39 335324161Un’interessante iniziativa con Marta Lucchini: Laboratorio di Movimento a partire da principi ed elementi di Danza Sensibile ® da Spazio Scimmie Nude. È possibile iscriversi solo ad una parte degli appuntamenti:
Domenica dalle 10:00 alle 16:00, parte I; 15 dicembre e 19 gennaio, parte II: 16 Febbraio e 16 Marzo, Outdoor 11 Maggio.
Per informazioni puoi scrivere a info@scimmienude.comSe passate per il Castello Sforzesco di Milano, fino al 12 Gennaio 2025 potrete trovare: Piero Leddi. La macchina umana. Dai libri antichi di anatomia alla anatomia creativa. a cura di Mariachiara Fugazza. L’esposizione ad ingresso libero si trova nella Sala del tesoro, Cortile delle Rocchette.